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SICUREZZA IDRAULICA ALESSANDRIA TRA IL TANARO ED IL BORMIDA

Alessandria, 5 maggio 2023.

Riceviamo e pubblichiamo:

Giuseppe Monticone 
Presidente Comitato “Oltre il fango”




Dopo aver letto la diatriba su l’area destinata al nuovo ospedale di Alessandria in merito alla sicurezza idrogeologica, se mi fosse permesso vorrei dire la mia pur non essendo un ingegnere idraulico.

Le competenze in tanti anni, e dopo aver subito diverse alluvioni, me le sono fatte sul campo, anzi sugli argini e ultimamente negli alvei asciutti dei nostri corsi d’acqua.

Nell’infausto novembre 94 furono quasi 4.000 m cubi/sec transitati nel Tanaro che hanno creato il disastro che tutti ricordiamo. Dopo spese folli con tanti lavori di dubbia utilità e qualcuno pure
nocivo, subendo altre 3 inondazioni, fortunatamente meno devastanti della prima (2009-2014-2016) ….l’ultima venne calcolata sui 3.000 m cubi/sec. Tanto bastò per evacuare il rione ORTI e zona piscina perché il livello di massima piena sfiorò il travaso in città per una manciata di centimetri dalla sommità delle difese spondali cittadine, già sufficientemente sopraelevate.

Ora se malauguratamente tornasse le stessa quantità d’acqua del 2016 sono sicuro che quei pochi cm non sarebbero più sufficienti ad impedire che il Tanaro entri in città, per la semplice ragione che il ponte della tangenziale ed il Forlanini costituiscono ormai una strozzatura al deflusso delle acque per la sedimentazione naturale nel tempo, a cui si è aggiunto il cumulo dei detriti di ben 4 cantieri per la costruzione dei nuovi ponti, a cui si aggiungono le piene durante la costruzione del Meier che spazzarono via per ben 3 volte la piattaforma su cui operavano uomini e mezzi. A tutto ciò si deveno aggiungere le arcate complete del vecchio Forlanini abbattuto nel letto del fiume anzichè provvedere alla loro rimozione. Quanto scrivo è sotto gli occhi di tutti, denunciato più volte, inascoltato… a questo punto si ottiene il quadro completo della drammatica situazione in cui ci troviamo.



Sentir parlare di eventuali sottomurazioni per procedere poi ad altra sopraelevatura delle difese spondali, sarebbe peggio ancora della costruzione delle piste ciclabili sugli argini che pochi anzi nessuno usa, è solo denaro sprecato per interventi inutili al contrario dei muraglioni che potrebbero costituire un pericolo ben maggiore del 94.

Nel 2013 venne appaltata ad una ditta di Peschiera Borromeo, l’evacuazione di 100.000 m cubi di detriti dal tratto cittadino del Tanaro. Mai eseguita! Pur insufficiente, poteva esser un buon inizio per conseguire l’obiettivo dei 3.000/3.500 m cubi/sec, da trattenere nell’alveo del Tanaro in caso di piena. Parliamo della rimozione della soglia sotto il ponte Meier. Anche se poco influente eliminarla, va considerato il motivo per cui nel passato qualcuno forse più esperto di ingegneria idraulica ha pensato di dotare il Tanaro di quel minimo salto inoltre da tempo si sa che sotto quella soglia vi è un camminamento che dalla Cittadella si arriva in Borgo Rovereto/Santa Maria di Castello e forse oltre, quindi sarebbe necessario pensarci bene prima di creare non solo danni ma andare contro ai Bene Culturali.

Al contrario ben vengano le casse di espansione anche se ne sento parlare da oltre 30 anni ed ogni volta quasi si raddoppia l’ammontare della spesa prevista. Ben vengano i bacini di scorte idriche sollecitati dagli agricoltori, ma nel TANARO ci devono entrare le RUSPE per ripristinare la max sezione di passaggio alle acque in caso di piena. Quasi certamente non sarà sufficiente, ma va assolutamente fatto!

Un “uovo di Colombo”. Bisogna considerare che Villa del Foro e Cantalupo si trovano nei 2 punti più vicini tra il Tanaro ed il Bormida (2.250 m), Villa del Foro 4 m sul livello del mare più alto di Cantalupo, una linea retta immaginaria li unirebbe senza intersecare alcun fabbricato, eccezion fatta per i pannelli della Guala che non costituirebbero intralcio alla costruzione di un canale scolmatore che scarichi nel Bormida il surplus delle piene che il tratto cittadino del Tanaro non può contenere.

Il Bormida verrebbe ovviamente dimensionato per questo scopo senza grossi problemi, avendo un percorso in aperta campagna che ne consente l’allargamento necessario. E’ dal 2018 che ne parlo con tutti quelli, compresa la Regione settore OOPP e AIPO, Provincia e politici vari, senza il piacere di trovare un competente o interessato che mi spieghi la fattibilità o meno di un’opera simile. Ci sarà qualcuno con scienza e coscienza capace di togliermi la curiosità, e magari di togliere Alessandria da tanti guai? A volte vi sono soluzioni poco complicate, poco costose ma che non si vogliono vedere perché suggerite da un Giuseppe Monticone qualunque.

Cito costi approssimativi partendo dall’appalto del 2013 mai eseguito: 500.000 euro per 100.000 mcubi. Facciamo un aggiornamento ad 1 milione di euro; son 10 euro/m cubo. Il materiale si lascia tutto a bordo su proprietà demaniale: Km zero!
Se per il TANARO servivano evacuati 100.000 m cubi ed ora ne servissero 500.000, siamo a 5 milioni di euro. Altri 5 milioni per il canale (esproprii inclusi) arriviamo a 10 milioni. Per allargare il Bormida altri 10 milioni… totale 20 milioni ….più spese varie …. abbondando siamo a 40-50 milioni.

A questo punto qualcuno mi spieghi dei 160 milioni (bastassero) preventivati per mettere in sicurezza Alessandria.

Se ho scritto idiozie me ne scuso anticipatamente ma negli anni -chi di dovere- di idiozie ne han fatte a sufficienza per trovarci nelle condizioni che ci vengono descritte, a 29 anni dalla grande
alluvione. Se non altro io mi son limitato a scriverle e credo di aver fatto meno danni.


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