3 Dicembre 2022
Alessandria, via Dante.
Questa mattina abbiamo percorso tutta via Dante partendo da Piazza della Libertà fino quasi al termine dove è presente il simbolo che caratterizza la via ovvero l’Arco di Trionfo.
Abbiamo constatato, con dispiacere, che la moria di attività commerciali non si arresta; infatti lungo tutta la via una lunga teoria di serrande abbassate e luci spente ci ha accompagnati durante tutto il nostro servizio.
Vetrine sempre meno trasparenti, arricchite solo dai soliti cartelli: "affittasi"e "vendesi".
In questa via le uniche attività che sembrano non avere grossi problemi di “sopravvivenza” sono le Agenzie per il Lavoro…
Le cause secondo noi di questo “collasso” commerciale in via Dante sono riconducibili a vari fattori.
Prima di tutto, ma non per ultima, la grave crisi energetica che sicuramente penalizza moltissimo chiunque oggi abbia intenzione di investire una qualsiasi attività.
Inoltre aggiungiamoci gli effetti della pandemia assieme ad altre concause tra cui il crescente aumento di centri commerciali intorno la città, le vendite on line, i mutamenti sociali, gli affitti cari e la non pedonalizzazione di una strada-tra l’altro senza marciapiedi-che, se risultasse chiusa completamente al traffico automobilistico, ne trarrebbe sicuro giovamento.
Passeggiare con piacere, fare shopping e non respirare gas di scarico dei veicoli che transitano ad un ritmo quasi autostradale non potrebbe che migliorare la situazione dei commercianti della via.
Sarebbe altresì opportuno e necessario che le istituzioni locali adottassero opportune incentivazioni fiscali per l'apertura/riapertura di un negozio chiuso e al contrario inponessero disincentivazioni per i proprietari che preferiscono tenere sfitti i locali.
Questi alcuni suggerimenti che potrebbero cercare di contrastare
il grave fenomeno di desertificazione commerciale della città che in generale si riflette anche sul decoro urbano, soprattutto del “centro storico".
Alla fine di questa lunga conversazione ci viene spontanea questa riflessione: un’Alessandria più povera, un’Italia più povera che però trova prontamente milioni di euro per le armi
che servono unicamente ad alimentare il conflitto russo/ucraino, ma perché non fa altrettanto per incentivare e rilanciare il lavoro o potenziare le strutture che stanno andando a rotoli in tutto il Paese?
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