Abbiamo letto l’articolo sulla La Stampa relativo alla chiusura del laghetto del fotovoltaico.
Tra le motivazioni emerse, che costituiscono anche il titolo dell’articolo stesso, si mette in evidenza che il Comune si ”arrende ai vandali” e quindi decide di chiudere questo impianto .
Noi intendiamo dissentire da questa interpretazione e da questa impostazione, perché riteniamo che la vera causa di questa disfatta, di questo arretramento dell’istituzione non sia stata menzionata e rimanga sullo sfondo, come caratteristica di tutto ciò che è successo in città in termini di degrado e abbandono da almeno una decina d’anni e con le varie amministrazioni comunali che si sono succedute.
Ci spieghiamo meglio e per maggiore chiarezza.
È vero che gli atti vandalici possono aver interferito e comunque danneggiato ancora di più questo contesto e peggiorata la situazione, ma noi rileviamo che da almeno un decennio non viene fatto manutenzione come si deve.
È vero che gli atti vandalici possono aver interferito e comunque danneggiato ancora di più questo contesto e peggiorata la situazione, ma noi rileviamo che da almeno un decennio non viene fatto manutenzione come si deve.
Ricordiamo che per anni quel laghetto è stato gestito, in qualche modo da volontari, che hanno con molta difficoltà portato avanti anche il funzionamento delle pompe e del ricambio dell’acqua.
Osteggiati spesso dall’inerzia delle istituzioni e anche dalle minacce dei vandali cui questi volontari erano esposti.
Una volta che questo gruppo di persone ha ceduto, sentendosi abbandonato, è subentrato il tracollo finale.
In conclusione quello che si vuole chiarire, far emergere è che le cause vere di questa dolorosa decisione non sono solo da attribuire ad atti vandalici e alla maleducazione dì alcuni, come impropriamente e riduttivamente si vuole sostenere nell’articolo citato, ma nella cronica mancanza di manutenzione e di sorveglianza dell’area.
In conclusione quello che si vuole chiarire, far emergere è che le cause vere di questa dolorosa decisione non sono solo da attribuire ad atti vandalici e alla maleducazione dì alcuni, come impropriamente e riduttivamente si vuole sostenere nell’articolo citato, ma nella cronica mancanza di manutenzione e di sorveglianza dell’area.
Comprendiamo la grave situazione economica del Comune in questo momento, caratterizzata da tagli ai servizi e agli interventi di manutenzione anche ordinaria, ma ci rammarichiamo che a forza di arretramenti e di rinunce la città e i suoi abitanti continuano a perdere luoghi e bellezze che possono rendere vivibile e piacevole la vita di tutti noi.
NO ALLA RASSEGNAZIONE.
NO ALL’ASSUEFAZIONE.
NO AL DEGRADO.
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